Desideri fortemente ricevere un invito su Clubhouse... non è così?! Se lo hai già ottenuto, beh, proprio non riesci a non provare un senso di soddisfazione e appagamento tanto da dover condividere questo traguardo con amici e conoscenti. E magari, ti sentirai un amico migliore per chi nominerai come degno di entrare nel clan.
Ma cosa spinge centinaia di persone ogni giorno a richiedere l'iscrizione a un social network di cui non si conosce a priori la funzionalità e a vantare, una volta accreditati ad essere membri, la propria presenza?!
La risposta è semplice e la si può riassumere con un assunto facile facile:
Clubhouse is the new LIDL Shoes.
Ricordate qualche mese fa, quando un numero strabiliante di acquirenti ha creato file chilometriche fuori dai supermercati Lidl di tutto il Paese e ha lottato tra gli scaffali con i concorrenti per conquistarsi un paio di sneaker brandizzate che loro stessi hanno definito "brutte da far paura"?!
Di fatto la strategia alla base è la stessa e si basa su un trigger potentissimo, quello dell'esclusività.
Viviamo in un'epoca in cui l'accessibilità a prodotti e contenuti è semplice e alla portata di tutti. La disponibilità di informazioni e servizi è illimitata, veloce e sempre più user-generated.
Insomma, qualunque cosa di cui abbiamo bisogno è ovunque e accessibile sempre. Lo stesso Google dichiara di perseguire la mission di organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle accessibili e utili sempre, per tutti.
Noi del settore ci interfacciamo ogni giorno con una tribù di consumatori che non ama attendere, che si stanca in fretta e che si entusiasma davanti alle continue novità. Facciamo sempre più fatica a creare interesse attorno al brand che promuoviamo e siamo sempre in forte competizione con chi, nel nostro settore, fa altrettanto per conquistare l'attenzione momentanea di un pubblico distratto.
Ed ecco che arriva in nostro soccorso il Drop Marketing, il marketing dell'assenza
Già da tempo un fenomeno in ascesa nel mondo del fashion, il drop marketing è la strategia che sta prendendo sempre più piede come soluzione nel digitale, nonché la vera chiave del successo di Clubhouse.
Il modello consiste nel circondare di grande valore percepito il prodotto e il servizio venduto attraverso il trigger della scarsità e dell'esclusività.
Le scarpe sono limited edition? Devo averle anche se non mi piacciono.
Il social è navigabile solo sotto invitation? Io devo esserci per non essere escluso.
Il periodo difficile che stiamo vivendo a causa dell'emergenza sta alimentando ancora di più quell'ansia sociale che è stata definita più e più volte "Fear of Missing Out" (FOMO), la paura di essere tagliati fuori.
Mai come in questi giorni, sentiamo fortemente il desiderio di sentirci parte di qualcosa - di un evento, un momento, una celebrazione, di un social — perché costantemente ossessionati dal pensiero che gli altri stiano facendo qualcosa di più interessante, perché costretti alla distanza sociale.
Clubhouse ne è l'emblema. Il suo successo non è dato realmente dal suo funzionamento - che in molti ignorano, perchè tagliati fuori e in altri sono ancora intenti ad analizzare - ma dal bisogno di autorealizzazione, all'apice dei bisogni personali della piramide di Maslow.
Realizzare le nostre aspettative ci fa sentire bene, come possedere qualcosa che gli altri non hanno o a cui non possono ambire.
So... cosa imparare quindi dal fenomeno Clubhouse e replicare nelle proprie strategie di Marketing?
La capacità di far leva sulla psicologia del consumatore e di condizionare le decisioni di acquisto partendo dal trigger dell'esclusività.
I punti di forza del social sono oggi certamente l’imprevedibilità, l’attesa, le forti emozioni che coinvolgono gli user nel momento in cui attendono con ansia l'invito ad accedere.
Speriamo che in futuro a stupirci, saranno anche le features.
Comments